Testamento olografo deve essere redatto in stampatello o in corsivo?
Il codice civile non specifica se il testamento olografo debba essere scritto in stampatello o in corsivo, ma solo che la scrittura sia riconducibile al testatore.
Ad esempio si ricorda il testamento di Aretha Franklin scritto a mano e trovato nel divano. La firma sul testamento olografo, sottoscritto solo con una grande lettera A e una faccina sorridente.
Questa modalità di firma è stata riconosciuta come autografa e facente parte delle modalità di firme dell’artista.
Anche in Italia si è liberi di scrivere con la modalità calligrafica che più ci aggrada, in corsivo o in stampatello e il contenuto può essere scritto in qualsiasi lingua anche in dialetto purché leggibile.
Molto importate è ricordare che la Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza del 31 dicembre 2021 n 42124 ha chiarito che ad esempio un soggetto potrebbe anche scrivere in stampatello il proprio testamento, utilizzando una scrittura non abituale, ma comunque riconducibile al testatore.
Quindi appare del tutto fondamentale distinguere, in caso di disconoscimento, scrittura autografa da scrittura abituale.
Infatti tanti sono i motivi che potrebbero portare un testatore a vergare il proprio testamento in stampatello come ad esempio la paura di non essere chiaro nell’esprimere le sue ultime volontà.
Sempre in merito a questo ricordo un testamento redatto da una signora ancora in vita che per altro motivo si era rivolta a me e aveva ripassato più volte quasi tutte le parole, esprimendomi anche a voce la sua paura di non essere compresa.
Ovviamente questa signora nei suoi scritti presentava, in modo meno esagerato, questa stessa caratteristica del tutto personale.